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Prossimamente in uscita il nuovo progetto di composizioni inedite per trio e orchestra.

“La musica di Beppe D’Onghia è  la colonna sonora di piccoli mondi da conquistare. Tenera, profonda ma delicata, come una carezza, non ha mai la sfacciataggine di dirti il da farsi ma sa indicarti una via con discrezione.

Quella degli occhi ma anche della pelle, del cuore, dell’istinto.  Perché dalla ricercatezza armonica su cui indubbiamente sono costruiti i pezzi si erge gloriosa una melodia liberatrice da qualsiasi gabbia della mente.  Ascoltare un brano come “Just in time” è un esperienza intensa, un volo appesi all’epica dei violini ed alla ritmica di un pianoforte deciso eppur gentile; ma, se la fisicità è presente e vigorosa,  altrettanto può dirsi dell’onirico orizzonte che si schiude in “Evocation” dove le mille tensioni tra piano e batteria dipingono un mosaico intenso ed emotivo che sa essere drammatico e salvifico al contempo.  E l’amore sottomarino di “Absolute Things” ha una personalità indiscutibile: in uno scenario di cloni, la naturalezza con cui il brano si muove in bilico tra sfondi elettro-etno, classica e soundscapes è sorprendentemente originale.

Beps foto Nelle composizioni di questo album sono evidenti le qualità del pianista, ma ciò che sigilla indiscutibilmente la personalità di Beppe D’Onghia come UNICA nel panorama attuale è la capacità di guardare il pezzo dall’alto e trovare sempre la misura tra esecuzione ed ascolto, tra bella mostra dell’arte e bisogno dell’ascoltatore.  Già, perché proprio in questo l’esperienza di produttore, arrangiatore e direttore d’orchestra di Beppe D’Onghia marca una differenza ed impone le composizioni di questo album in una prospettiva diversa .

Esiste un equilibrio sottile in cui autore ed ascoltare si incontrano, e quel confine è il luogo in cui la musica di D’Onghia succede. Mai prolissa, mai banale, sempre emozionale.

E m o z i o n a l e, sì .   E’ esattamente questo l’aggettivo che emerge ascoltando brani come “Dedicato” o la dadaista “Da amore a amore”, unico brano con presenza vocale dell’intera raccolta.

Inutile accennare ai toni cubani di “Gitano” o alla melanconia di “Absolute things”:

la sorpresa di incontrare tanti differenti sapori ( Sakamoto, Camilo, Metheny, tanto per suggerire riferimenti ) non va anticipata .

Tecnicamente, poi, è ineccepibile la qualità e la personalità del pianismo del nostro, nonché di assoluto rilievo la collaborazione alla batteria del grande Dave Weckl ( Chick Corea, George Benson, Diana Ross ) con cui D’Onghia incontra un interplay da brividi che indubbiamente conferma lo spessore del musicista italiano.

Un tocco in più, alto e raffinato, a riprova della qualità dell’album. Un album personale.

Personale perché pensato, eseguito, arrangiato da una sola persona.  Personale perché al centro ha la persona che con la musica si confronta e si misura.

Proprio come fa ognuno di noi quando appena rientrato a casa sceglie un cd  e preme  PLAY.

Finalmente musica.                                                                                                           Musica da vivere, sentire, sognare .”

Fabrice